La Didattica a Distanza (DaD) come esercizio di futuro
La tecnologia ha cambiato quasi tutti gli ambiti della nostra vita e cambierà per sempre anche la didattica. Nel giro di un anno l’istruzione ha subito un radicale cambiamento ed è consapevolezza di tutti che, d’ora in poi, niente sarà più come prima. Tuttavia i progressi tecnologici degli ultimi decenni, forniscono un buon numero di strumenti che, se ben utilizzati, possono essere molto utili alla didattica.
Scopriamo quali innovazioni potrebbe portare la didattica a distanza e quali sono ancora i dubbi di insegnanti e studenti.
Sono molti i seminari formativi che hanno proprio al centro il digitale e l’uso della tecnologia, siccome di fronte a questa nuova realtà gli insegnanti hanno bisogno di aggiornamento e competenze specifiche, ma soprattutto devono accettare che il modello basato su studenti seduti al banco mentre un insegnante spiega è superato. E non solo perché i bambini e i ragazzi hanno così tante risposte alle loro domande e informazioni illuminate a portata di mano su internet. Questo modello è superato perché le loro menti devono essere costantemente stimolate.
«L’occasione della pandemia va colta per rinnovare la scuola – osserva Concia – Questa crisi ha approfondito le diseguaglianze fra bambini, ci sono famiglie italiane in cui sono presenti connessione, computer, ipad, e tante altre famiglie che non hanno nulla, e allora come dice anche il nuovo Ministro della Pubblica istruzione lo Stato deve intervenire, in futuro oltre ai libri la scuola non potrà fare a meno di fornire i device, e a partire dalle elementari. Questo non significa che le materie umanistiche scivolino in secondo piano, anzi: esistono strumenti didattici digitali che insegnano storia, geografia e italiano».
CRITICHE A RIGUARDO
Le contestazioni più frequenti per le modalità di apprendimento digitali sono basate sulla perdita della relazionalità, tema assolutamente centrale per la formazione e lo sviluppo della personalità degli studenti, ma importante anche per gli adulti. Critica corretta, da estendere a tutta la didattica frontale, con il docente che gestisce lezione in presenza e se ne va, senza stabilire nessuna relazione. L'attività di ricerca e sperimentazione, parallela all'introduzione della didattica digitale, dovrà avere al centro l'aspetto della socializzazione e della relazionalità. Le pratiche di Digital Social Learning permettono alti livelli di interazione tra docente ed allievi e tra allievi stessi e si fondano sull'idea che la conoscenza sia un fenomeno sociale che si basa sulla costruzione di relazioni sociali, sulla condivisione d'idee, esperienze e conoscenze, sulla capacità di mettere in connessione contenuti di fonti e risorse diverse, senza differenza se fatte in ambiente fisico o digitale.
Ma, se insieme a questi motivati disagi, iniziassimo a vivere questa nuova realtà come momento straordinario per fare un esercizio di futuro, per mobilitare idee, sperimentazioni, allenamento, per docenti e studenti, di nuove competenze, per una Dad didatticamente efficace e non come perdita di un anno di scuola? L'abilità di lavorare con il futuro è una competenza fondamentale da esercitare, che non significa prevedere il futuro, ma allenarsi continuamente su diversi scenari, per fare oggi le scelte migliori. Uno degli scenari probabili, perché già avviati da alcuni anni nei diversi paesi del mondo, sarà la “Flipped Classroom” dove la didattica online sarà la forma prevalente di scuole che si baseranno sul "phygital", concentrando la presenza nelle pratiche laboratoriali ed esperienziali.
CHE COS’È LA FLIPPED CLASSROOM?
Letteralmente “Classe Rovesciata”è una metodologia d’insegnamento che ribalta il tradizionale ciclo di apprendimento, applicabile in tutte le materie, dall’italiano alla matematica. Il primo esperimento di Classe Rovesciata, infatti, risale agli inizi del ventunesimo secolo. In una scuola del Colorado, due insegnanti di chimica si trovano ad affrontare problemi didattici legati all'alto tasso di assenteismo e allo scarso interesse degli studenti verso le lezioni. Decidono allora di fornire agli alunni alcuni video tutorial sugli argomenti affrontati in classe. Riscontrano una reazione estremamente positiva e piano piano si rendono conto che le lezioni frontali della metodologia tradizionale possono essere perfettamente sostituite da materiale multimediale. Gli alunni iniziano così a studiare le lezioni a casa e di conseguenza cominciano a sfruttare il tempo in aula per attività più creative e partecipative. È il primo accenno di Flipped Classroom.
Oggi quei due insegnanti, Jonathan Bergmann e Aaron Sams, sono riconosciuti internazionalmente come i fondatori della Didattica capovolta, conosciuta anche come Classe rovesciata, un approccio pedagogico alternativo che rovescia la metodologia tradizionale di insegnamento, sostituendo le "vecchie" lezioni frontali con materiale multimediale usato dagli alunni per prepararsi autonomamente a casa. Questa è la fondamentale inversione che effettua la Didattica capovolta: la lezione viene spostata a casa, dove l'alunno può imparare individualmente con video didattici e materiale multimediale, mentre a scuola si libera spazio per l'apprendimento attivo, la cooperazione e la discussione collettiva.
I VANTAGGI/BENEFICI
Nuovo ruolo degli insegnanti: con la Flipped Classroom cambia il ruolo dell'insegnante, che smette di essere un trasmettitore freddo di sapere nozionistico, per diventare un tutor che deve coordinare e guidare un processo di apprendimento attivo in cui al centro c'è lo studente. Questa nuova forma d'insegnare parte da una forte convinzione di base: la rivoluzione digitale ha cambiato profondamente il rapporto tra scuola e società. Nell'era dell'informazione, la scuola deve quindi rispondere a nuove esigenze e per farlo deve prima di tutto adattarsi alle nuove abitudini cognitive dei "nativi digitali”.
Apprendimento personalizzato: l’insegnamento capovolto cerca di sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie digitali per attivare le "competenze cognitive di base" (ascolto e memorizzazione) degli studenti quando sono a casa. Video, podcast e materiale multimediale in generale, permettono infatti di poter apprendere in maniera semplice ed efficace fuori dalle mura scolastiche. Questo consente inoltre di andare incontro alla diversità nel processo di apprendimento di ciascun alunno, che è più libero di auto-gestirsi a seconda delle sue esigenze. A scuola, invece, si possono attivare quelle che sono definite come "competenze cognitive alte”.
Autovalutazione: cambiando il modo di insegnare e di imparare, cambia anche il momento della valutazione. Spetta sempre all'insegnante formalizzare e verificare quanto appreso dal gruppo classe. Tuttavia, seguendo i principi della Didattica Capovolta, si mette al centro la partecipazione attiva dell'alunno, dando quindi importanza all'auto-valutazione. Inoltre, non è più solamente il "risultato finale" (il compito o l'interrogazione) ad essere preso in considerazione, ma tutto il processo di apprendimento, con un occhio di riguardo alle capacità cooperative e collaborative dell’alunno.
Realtà virtuale: verrà utilizzata non più solo per vivere i videogiochi, ma sarà di grande aiuto per le lezioni immersivi di lingua. Come in questa pandemia, potrebbe accadere nuovamente di non poter viaggiare quanto vorremmo e, quindi, non praticare altre lingue. Grazie alla realtà virtuale ci saranno applicazioni che permetteranno agli studenti di fare lezioni di lingue in ambienti simulati, connessi direttamente con madrelingua dei paesi di destinazione. La crescita migliore potrà esserci nel campo della medicina: l’assistenza in tempo reale durante operazioni virtuali amplia in modo infinito la possibilità di fare pratica.
Nuove aule: vedremo rinnovamenti nell’arredamento, nella disposizione degli spazi di apprendimento e, dunque, le aule saranno ampliate e rese flessibili per creare e ricreare nuovi spazi. Ci saranno tipologie di lezione o di workshop che vedranno studenti seduti ad un banco, o semplicemente su un pouf con un tablet, o altri in scrivania con altri dispositivi.
Abbattimento dei costi degli affitti per gli universitari: la digitalizzazione dell’insegnamento universitario abbatterebbe considerevolmente i costi per gli affitti. La questione degli affitti per i fuori sede è da sempre una spina nel fianco, tra pagamenti in nero, costi difficili da supportare e differenze sostanziali e spesso insostenibili tra Nord e Sud, senza contare lo “sradicamento”, spesso definitivo, di forza lavoro da un lato all’altro della penisola. La didattica a distanza all’università consente a qualsiasi studente di seguire le lezioni senza vincoli di orario e senza costi di vitto e alloggio. Soprattutto gli studenti lavoratori potrebbero trarne beneficio.
Nuovo paradigma, nuove modalità didattiche: da sempre le istituzioni formative hanno utilizzato, come deposito e passaggio della conoscenza, una sola forma, il libro. Gli alunni da sempre hanno utilizzato una sola forma di memorizzazione e rielaborazione, il quaderno. Inoltre la relazione contemporanea, faccia a faccia e nello stesso spazio, utilizzava la comunicazione orale. Con la nuova didattica, come la Flipped Classroom e il Social Learning, l'immagine della conoscenza ha assunto una molteplicità di forme e rappresentazioni, e viene trasmessa nei molteplici canali e ambienti dell'eco-sistema digitale. Il libro muta e da lineare diventa multi-lineare, ipertestuale; il contenuto viene rappresentato in differenti forme testuali, in video, in immagini, in infografiche. Come in un big bang, il libro tradizionale divampa in una miriade di oggetti, dove ognuno vive di vita propria, ma al tempo stesso si aggrega con altri oggetti e altre forme, dando vita a rappresentazioni della conoscenza pressoché infinite.
Non credi sia forse giunto il momento di rendere il linguaggio che descrive questo momento storico da negativo a positivo, per iniziare ad esercitarsi in una didattica fondamentale per le competenze del futuro?
Sarà un grande sforzo quello da fare per cambiare l’impressione della DaD da didattica d'emergenza a componente fondamentale dell'apprendimento del futuro, perché in gioco c'è la visione del futuro, delle competenze che saranno centrali e della necessità di una nuova didattica che stimoli i “nativi digitali”e le loro qualità ed un nuovo atteggiamento nei confronti del digitale, che sappia vivere positivamente le grandi trasformazioni in atto e non in difesa. LOADING...