Festìna lente è una locuzione latina, che tradotta in italiano significa “affrettati lentamente”.
In un momento storico nel quale apparentemente la velocità sembra essere più importante dei risultati e della qualità questa frase mi rimbomba in testa. Mio padre una decina di anni fa mi dette un ritaglio di giornale nel quale si parlava proprio di questo concetto, apparentemente un ossimoro: affrettarsi, lentamente.
Ci vuole un po’ di tempo anche per capire questa cosa. Probabilmente oggi dove robot, algoritmi, intelligenze artificiali, computer quantistici vanno inevitabilmente più veloci di noi ci accorgiamo di quanto siamo inadeguati per questo mondo. E lo saremo sempre di più se la misura con la quale misuriamo la nostra vita è la velocità, è ovvio.
Affrettarsi lentamente è un invito alla lentezza, ma anche alla concretezza. Un invito a portare a termine le cose, una per volta, con calma — e pazienza. Perché se alla fine della giornata abbiamo messo la testa su 5 cose senza concluderne alcuna, quel giorno non abbiamo fatto niente.
Non siamo veloci. Non siamo infallibili. Ci annoiamo, sbagliamo, necessitiamo di concentrazione. Ci emozioniamo, ci distriamo, ascoltiamo della musica, fumiamo una sigaretta, ci incantiamo per un tramonto.
Siamo queste cose qua. Siamo delle macerie di pensieri, errori, sogni. Dobbiamo avere particolarmente rispetto della nostra natura.