PRENDERE POSIZIONE.
Non seguo il calcio, non è una novità. Ma non come quelli che dicono di non seguire il calcio e poi conoscono tutti i nomi di tutti i giocatori di tutte la squadre. Io non so proprio di cosa state parlando, quando parlate di calcio.
Ed in realtà questo è stato un po' un problema, in questi giorni, perché mi era sfuggita la campagna pubblicitaria di BrewDog e tutta la polemica sui mondiali in Qatar, che oltre a tante polemiche appunto, si è portata dietro tanti morti e condizioni di lavoro disumane per gli operai immigrati impiegati nella costruzione degli stadi.
Cosa è accaduto? È accaduto che la maggior parte degli sponsor dei mondiali di calcio, venuti a conoscenza di questa situazione ha scossato un po' le spalle ed è - in nome del Dio Denaro - andata oltre: ma si, ormai gli stadi sono stati fatti e tiriamoli due calci. Amen.
ANTI-SPONSOR OF WORLD F*CUP
BrewDog non ci sta. Incarica l'agenzia Saatchi & Saatchi UK per una campagna abbastanza diretta, i cui copy non la mandano certo a dire dietro: ‘Proud anti-sponsor of the World F*Cup,’ ‘The Beautiful Shame,’ ‘Eat, Sleep, Bribe, Football’ e ‘First Russia, then Qatar. Can’t wait for North Korea’.
Lo stesso comunicato stampa di BrewDog è molto chiaro e diretto: “Il calcio è stato pensato per essere per tutti. Ma in Qatar l’omosessualità è illegale, la fustigazione è una forma di punizione accettata e minimo 6.500 lavoratori sono morti costruendo gli stadi”, aggiungendo che i profitti della birra Lost Lager venduta durante i Mondiali andrà a finanziare programmi di sostegno ai diritti umani.”
E allora che Anti-sponsor sia. Ma alla fine un brand deve fare anche questo, non credete? Prendere posizione rispetto a temi come questi, rispetto alla sostenibilità ambientale, rispetto anche ai vaccini (come accadde con Maison Valentino).
Da anti-calcio a bere la birra anti-sponsor è un attimo.
Fonte dal sito ufficiale www.brewdog.com/uk/anti-sponsor-qatar
Di brand e altro: www.marketingtoys.it/marketing-serious-game